Spamming, cosa si può fare per impedirlo

E’ un incubo per tutti coloro che utilizzano abitualmente la posta elettronica. Stiamo parlando dello spamming, la pratica diffusa di inviare messaggi indesiderati (e-mail), non soltanto in una casella di posta privata, ma anche in chat, blog, forum, social network.

Molti di noi si limitano a bloccare il mittente, ma in ogni caso i messaggi continuano ad arrivare, pur finendo tra la posta indesiderata, da dove comunque andranno cancellati. A volte si richiede la cessazione dell’invio da quell’indirizzo, ma poi lo stesso messaggio arriva da un altro…

Se sulla mole complessiva di spam ricevuto si può cercare di intervenire solo a monte, limitando la cessione a terzi del proprio indirizzo e-mail, nei casi in cui la ricezione di un particolare messaggio assuma dimensioni quantitative non più sopportabili è possibile intervenire con gli strumenti previsti dalla legge.

L’assistenza di un legale specializzato in diritto del web e gli strumenti disponibili

Orientarsi da soli su come intervenire è piuttosto complicato, in quanto la materia è complessa e in continua evoluzione. Attraverso l’assistenza legale è possibile però impedire l’invio di questi messaggi indesiderati. Esiste infatti una apposita procedura per segnalare lo spam molesto alle autorità competenti e al gestore del server, richiedendo l’applicazione di sanzioni e l’eventuale risarcimento del danno. Nel caso in cui le violazioni non cessino, il passo successi è il reclamo al Garante per la protezione dei dati personali al fine di ottenere, a cura dei fornitori dei servizi di comunicazioni elettronica, l’adozione di efficaci misure di filtraggio nei confronti di un determinato indirizzo di posta elettronica. Inoltre, in presenza di omessa informativa, al Garante stesso può essere richiesta l’applicazione della relativa sanzione amministrativa nei confronti dello spammer.

In caso di trattamento illecito di dati personali, le sanzioni pecuniarie vanno da un minimo di 10.000 Euro a un massimo di 120.000 Euro. Questo, per ogni messaggio di spam inviata a ogni diverso soggetto segnalante. Nei casi più gravi, il Garante può anche imporre il blocco o il divieto del trattamento dei dati in violazione di legge. C’è infine l’ambito penale, qualora dall’attività di spam finalizzata a trarne profitto sia derivato un danno tangibile per il destinatario, che può portare a condanne alla reclusione da sei a diciotto mesi.

Quando il danno da spam è risarcibile

Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha fatto chiarezza su quando il danno da spam possa essere risarcibile, lasciando di fatto discrezionalità di valutazione. Il punto certo è che un danno risarcibile non sussiste a prescindere, tant’è che nel caso specifico la richiesta di poche centinaia di euro è stata comunque respinta. La gravità della lesione generata dall’indebito trattamento dei dati personali deve infatti essere verificata e ritenuta meritevole di risarcimento, non può essere meramente ipotetica e limitata al fastidio arrecato, non è sufficiente la mera violazione della privacy.

Nel caso trattato dalla Suprema Corte, il ricorrente (un avvocato) aveva ricevuto una decina di messaggi pubblicitari indesiderati nell’arco di tre anni, da una società di avvocati, un quantitativo ritenuto non congruo ad accogliere la sua richiesta di risarcimento danni, per quanto minima e potremmo dire simbolica. Anzi, il ricorrente è stato a sua volta condannato non solo al pagamento delle spese processuali, ma anche a una somma per responsabilità aggravata per abuso dello strumento processuale, considerato anche che comunque i messaggi ricevuti riguardavano il suo ambito professionale. Sicuramente, se i messaggi fossero stati in numero assai elevato e assolutamente non pertinenti, la decisione dei giudici avrebbe potuto essere diversa.

Gli sviluppi futuri

Nella primavera del 2018 entrerà in vigore il nuovo regolamento europeo in materia di protezione di dati personali, il quale prevederà sanzioni molto più elevate, pur non modificando i dettami legati alla risarcibilità del danno da spam. Le sanzioni dovrebbero però scoraggiare maggiormente gli spammer.

Studio Legale Tamagnone Di Marco